Pagare le tasse a Dubai

L’Italia è un Paese dove la parola tasse suscita spesso reazioni forti, e non è un caso, perché il sistema fiscale italiano è complesso e articolato, e spesso percepito come ingiusto e oppressivo.

Dall’IRPEF, l’imposta sul reddito delle persone fisiche che incide pesantemente sulle tasche dei contribuenti, all’IVA, un’imposta nascosta che grava su ogni acquisto, passando per l’IRES, l’imposta sul reddito delle società, che frena l’iniziativa imprenditoriale, e l’IRAP, un’imposta considerata iniqua e gravosa per le imprese, il carico fiscale è elevato e oppressivo.

Il canone RAI, il bollo auto, la TARI, l’IMU e le accise sulla benzina sono solo alcune delle tante voci che compongono il carico fiscale in Italia e ognuna di queste tasse ha un suo peso specifico e genera malcontento tra i cittadini. Il canone RAI, ad esempio, è percepito come un’imposta obsoleta, mentre il bollo auto è considerato un costo eccessivo per un servizio che non sempre viene erogato in modo efficiente, la TARI, l’IMU e le accise sulla benzina, invece, sono viste come tasse che gravano sui beni primari, come la casa e l’automobile, e che limitano la libertà di movimento e di consumo.

Inoltre, l’aggio esattoriale, un ulteriore aggravio per chi si trova in difficoltà con il fisco e le cartelle esattoriali, con i loro interessi e sanzioni, sono spesso percepite come un’ulteriore punizione per i contribuenti in ritardo.

Infine, non dimentichiamo le tasse sulle plusvalenze immobiliari o sul capital gain derivante dalla vendita di azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento e altri strumenti finanziari, che prevede un’aliquota del 26% sul capital gain realizzato, e del 42%, a decorrere dal 1 gennaio 2025, per quanto attiene le plusvalenze realizzate sui Bitcoin e i principali token.

In conclusione, il sistema fiscale italiano è un sistema complesso e controverso e la sensazione diffusa è quella di un carico fiscale eccessivo e iniquo, che frena lo sviluppo del Paese e penalizza soprattutto le imprese.

Ecco perché sempre più professionisti, imprenditori e investitori puntano su Paesi con fiscalità privilegiata, i cosiddetti paradisi fiscali, che consentono di limitare il carico fiscale e ottenere maggiori utili dalla attività di impresa.

Di qui, sempre più italiani decidono di selezionare quei Paesi che presentano un minore carico fiscale, considerando gli Emirati Arabi Uniti, e in particolare Dubai, una meta tra le più ambite per la normativa fiscale trasparente e favorevole agli investimenti e un ambiente internazionale e competitivo che prevede, tra i numerosi vantaggi,  l’assenza di imposte sul reddito personale, sulle plusvalenze immobiliari e sul capital gain.

• Zero tasse sulle plusvalenze immobiliari: le plusvalenze realizzate negli UAE dalla vendita di immobili non sono soggette a tassazione. Questo incentiva gli investimenti nel settore immobiliare, uno dei pilastri dell’economia degli Emirati Arabi Uniti
• Zero tasse sul capital gain: negli Emirati Arabi Uniti, compresa Dubai, non esiste un’imposta sul capital gain derivante dalla vendita di strumenti finanziari, rendendo il Paese una destinazione tra le più attraenti al mondo per gli investitori finanziari
• Zero tasse sui redditi personali: uno degli aspetti più attraenti del sistema fiscale degli Emirati Arabi Uniti è l’assenza di un’imposta sul reddito personale. Ciò significa che i redditi da lavoro, investimenti o altre fonti non sono soggetti a tassazione diretta

Il sistema fiscale degli Emirati Arabi Uniti è considerato vantaggioso anche a seguito della recente introduzione della Corporate Tax e della VAT che, se da un lato rappresentano un cambiamento significativo, dall’altro consentono di annoverare il Paese tra quelli con minore tassazione al mondo.

• La VAT: corrispondente all’IVA italiana, è stata introdotta negli Emirati Arabi Uniti nel 2018 ed è una tassa indiretta applicata su quasi tutti i beni e servizi consumati nel Paese. Grazie al gettito fiscale proveniente da questa imposta, il Governo degli UAE è in grado di alimentare lo sviluppo economico e diversificare le fonti di reddito, contribuendo a migliorare la qualità dei servizi pubblici. La soglia per la registrazione delle imprese ai fini della VAT è di AED 375.000, circa EUR 93.000 al cambio odierno, del volume d’affari dei precedenti 12 mesi, calcolato secondo precise regole. Ciò significa che le imprese con un volume d’affari inferiore alla soglia sono generalmente esentate dall’applicazione e pagamento dell’imposta
• La Corporate Tax: corrispondente all’imposta sulle società, è stata introdotta negli Emirati Arabi Uniti nel 2023 e si applica alle società con un reddito imponibile annuo superiore a AED 375.000, circa EUR 93.000 al cambio odierno, che rappresenta la soglia di esenzione dal pagamento dell’imposta. L’aliquota standard è del 9%, tuttavia, sono previste aliquote ridotte per determinate attività e settori e un sistema di applicazione in linea con la normativa internazionale
• Le tasse municipali: possono variare da un Emirato all’altro e da una municipalità all’altra e possono includere tasse sui servizi pubblici come acqua ed elettricità, tasse su autorizzazioni, permessi e le housing fee, ovvero le tasse a carico dei proprietari immobiliari e dei locatari basate sul valore locativo dell’immobile
• I dazi doganali: tipicamente applicati dai Paesi di tutto il mondo sui beni importati, sono generalmente molto basse negli UAE, con una aliquota standard del 5%
• Tasse sul consumo e accise: alcuni beni di consumo, come il tabacco, le bevande alcoliche e le bevande zuccherate, sono soggetti alle accise negli UAE e l’aliquota su questi beni può variare dal 50% al 100%, a seconda del tipo di prodotto

Il sistema fiscale degli UAE prevede anche altre tasse minori, come le tasse di soggiorno che variano a seconda del tipo di alloggio e della categoria dell’hotel, o i contributi previdenziali, o tasse municipali o altre, più specifiche e in funzione dei settori economici e delle attività poste in essere ma è importante indicare che rispetto all’Italia non sono previste, per i soggetti regolarmente residenti, una serie di tasse considerate inique e gravose in Italia.

Per quanto riguarda l’imposizione fiscale per i non residenti negli Emirati Arabi Uniti è necessario valutare diversi fattori tra i quali il Paese di residenza del contribuente, le convenzioni fiscali bilaterali, progettate per evitare la doppia imposizione, che giocano un ruolo fondamentale nel determinare quali redditi sono tassabili e in quale Paese.

Affidarsi ad un consulente fiscale italiano esperto, basato negli Emirati Arabi Uniti, può offrire quindi importanti vantaggi come la conoscenza della lingua italiana che consente di comunicare più efficacemente rispetto ad un consulente locale di un’altra nazionalità, la assistenza nella gestione dei rapporti con l’Italia soprattutto nei casi di interessi economici in Italia, la piena cognizione del funzionamento del sistema tributario dei Paesi di riferimento.